SOMMARIO
Introduzione. Noi, militi ignoti nel Ground Zero della politica. Elezioni: ok, il prezzo è giusto. Lotta libera nel fango. Ma non è «roba per giovani». Qualche volta sono meglio i dilettanti. I have a dream in municipio. Andiamo a comandare: tutti insieme. In trincea con lo schioppo di latta. Almeno diteci che cosa dobbiamo fare... Et surtout pas trop de zèle. Il panettone bocciato dalla Corte dei conti. E per il politico scatta l’insulto. La quadratura della rotonda. Il Belpaese dove solo il «sì» suona... L’onestà non porta voti. I nipotini malati di Machiavelli. Il nostro sindaco è molto «social». La burocrazia non parla come mangia. Il mio seggio per un cavillo. Quelli che hanno un amico in Comune. In Regione con il cappello in mano. Quest’arte preferisco metterla da parte. La Repubblica fondata sui condoni. La colpa? È sempre del sindaco. Mediazioni sempre, compromessi no grazie. In coscienza o per partito preso? I «miglioristi» all’assalto del palazzo. L’eccezione non conferma le regole. Se Peppone fa la riverenza a don Camillo. Il potere logora chi ce l’ha (piccolo). Il miglior politico è quello che non decide. Dio c’è, ma non sei tu: rilassati! Anche le dimissioni sono una virtù. Pure il papa l’ha dichiarato: far l’assessore non è peccato. La politica salvata «dal basso».
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