Nel 2017 papa Francesco ha condannato esplicitamente il possesso, la minaccia dell’uso e l’utilizzo di armi nucleari. La domanda è ora: «Che cosa possiamo fare insieme?». In primo luogo, l’insegnamento di papa Francesco, in linea con il concilio Vaticano II, è un invito a cambiare il mondo, partecipando al movimento per il disarmo nucleare; è una chiamata a rispondere a un urgente segno dei tempi, inserito nell’agenda della politica sociale cattolica fin dai tempi di papa Giovanni XXIII. In secondo luogo, il disarmo nucleare è un appello personale: Dio sollecita tutti, chiedendo di trovare modi corrispondenti ai propri talenti per contribuire all’eliminazione delle armi nucleari. In terzo luogo, siamo di fronte a un dovere che incombe su tutti noi. C’è indubbiamente un forte elemento di obbligo nella condanna papale, ma i «doveri» non esauriscono l’esperienza della coscienza. La pedagogia morale di papa Francesco si concentra sul bene supremo: su ciò che Dio ci chiama a fare per il bene comune. Si tratta di una morale per adulti che si assumono la responsabilità della propria vita e quella delle generazioni future, della direzione della propria società e soprattutto dell’uso delle tecnologie che hanno sviluppato.

Andrew (Drew) Christiansen, è stato docente di Ethics and Human Development presso la School of Foreign Service della Georgetown University e presso il Berkley Center for Religion, Peace, and World Affairs dal 2013 fino alla sua morte nel 2022. Le sue aree di ricerca comprendevano il disarmo nucleare, la non violenza e la giusta pacificazione, l’insegnamento sociale cattolico e la difesa pubblica. È stato consulente della Santa Sede e membro del comitato direttivo del Catholic Peacebuilding Network. Ha inoltre fatto parte della task force del Consiglio Atlantico per il Medio Oriente e della delegazione della Santa Sede ai negoziati del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari nel 2017. Carole Sargent lavora presso l’Office of Scholarly Publications della Georgetown University. Come storica della letteratura, ha studiato le donne americane e inglesi che tra il 1680 e il 1720 hanno scritto di politica, guerra, affari esteri, banche e finanza e altri argomenti tradizionalmente trattati da uomini. Ha pubblicato libri e articoli su suore cattoliche politicamente progressiste e attivisti radicali per la pace coinvolti nel disarmo nucleare.